Il concetto del tutto passa è meno ambizioso del tutto scorre e più rustico del tutto andrà bene, ma si avvicina all’uno e all’altro per passività e tenacia al tempo stesso. Che lo si voglia, che non lo si voglia, che si rifiuti l’imprevedibilità degli eventi o che si neghi ciò che è, tutto passa. Passa la fatica, passa la rabbia, passa la noia, passa il dolore e passa proprio quando “non ce la faccio più ma per davvero”. Tra le altre cose, passa il tempo e passa pure troppo in fretta. Se “Non ce n’è Coviddi” allora “Non c’è luce in fondo al tunnel”, perchè negare l’evidente è morire in compagnia delle proprie idee stantie, chiusi in una scatola monocromatica che non lascia spazio alle tonalità delle emozioni. Poi sta a noi scegliere tra i colori pastello e quelli fluorescenti, o meglio: perché dover scegliere tra i colori pastello e quelli fluorescenti? Mi piace pensare alla rabbia rossa, all’amicizia perlata e all’amore arcobaleno. Senza risparmiarsi, senza accontentarsi. E se il motore si logora in fretta perché è stato troppo sollecitato, potremo vantarci di averlo fatto scoppiettare come chi si accontenta di camminare non riesce nemmeno a immaginare.
E un giorno ci capiterà di voltarci e di accorgerci che della fatica, della rabbia, della noia e del dolore non è rimasto che il contorno di un’immagine sfocata che avremmo voglia di provare a riacciuffare per ricordarci di quello che è stato. Ma non ci è permesso perché tutto passa, anche il tempo, e passa pure troppo in fretta.